La notizia dell’imminente adeguamento del regolamento italiano a quello europeo per il biennio 2019–2020 sta dando adito a informazione incompleta e parziale.
In particolare, la discussione si è concentrato sull’addio alla separazione tra uso ricreativo e professionale dei droni — ovvero, sembrano promettere in molti, tutti potranno volare in operazioni a basso rischio senza preoccuparsi, portando a termine solo un semplice test online.
In particolare, sembra confermato che sotto il confine dei 250 grammi non servirà nessuno requisito. Tuttavia, non è così semplice: innanzitutto, il nuovo regolamento non è ancora in vigore. Per operare attualmente, con droni superiori ai 300 grammi, l’attestato è necessario. Inoltre, se si è fatto del pilotare i droni la propria professione, è fondamentale sottolineare come l’adeguamento di un’industria a un nuovo regolamento non arriva mai organicamente.
Ottenere ora un attestato, insomma, è l’unico modo garantito per poter operare senza preoccupazione nei prossimi mesi. È quasi certo che tutti gli attestati CRO saranno convertiti per il nuovo regolamento, e questo permetterà a chi ha già le carte in regola di continuare a pilotare droni certo di rispettare le normative.
Molta stampa di settore si sta cullando nell’imminente vuoto normativo, ma i loro editoriali non corrispondono a consigli di valore legale, e il risultato finale rischia di essere fuorviante, con danni anche materiali, dato che stiamo parlando di materia penale.
Come scrivevamo in un articolo ieri, inoltre, è fondamentale ricordare che i corsi non vanno visti esclusivamente come occasione per ricevere un pezzo di carta, ma è necessario per seguire un percorso professionalizzante.